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Vaccino anti-Hpv: in Italia copertura ferma al 69 per cento

02.04.2014 15:17

 

Tre ragazzine su dieci non si vaccinano contro il Papilloma Virus, responsabile del tumore alla cervice uterina

Ogni anno in Italia colpisce oltre 3mila donne e in Europa è il secondo tumore più diffuso, dopo il cancro al seno, nella popolazione femminile tra i 15 e i 44 anni. Il carcinoma al collo dell’utero è stato però riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come la prima neoplasia totalmente riconducibile a un’infezione, causata da un agente virale molto comune, il Papilloma Virus Umano (Hpv). Il che significa, in pratica, che vaccinandosi contro il virus si può prevenire l’insorgere del tumore. «Sebbene l’Italia sia stato il primo Paese in Europa a lanciare nel 2008 un’organica campagna di immunizzazione gratuita, rivolta alle ragazze preadolescenti nel dodicesimo anno di vita, i dati del Rapporto pubblicati dall’Istituto Superiore della Sanità registrano una copertura vaccinale molto variabile sul territorio nazionale - afferma Francesca Merzagora, Presidente di Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da), in conclusione della Settimana Europea della Prevenzione del Cancro della Cervice Uterina -. C’è ancora molto da fare per raggiungere gli obiettivi previsti dal Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2012-2014».

VACCINATE SOLO IL 69% DELLE 12ENNI - La profilassi rappresenta la migliore arma di difesa contro il carcinoma della cervice uterina, che causa ogni anno circa 15mila vittime in Europa e 1.500 in Italia. «Ma nonostante sia stata dimostrata la sicurezza del vaccino anti-HPV, in grado di offrire un’efficace protezione nei confronti del 70 per cento circa dei carcinomi uterini, ancora oggi persistono molti dubbi e perplessità» aggiunge Merzagora. In base ai dati aggiornati al 30 giugno 2013, forniti dal Centro Nazionale di Epidemiologia Sorveglianza e Promozione della Salute e pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità, la copertura media nazionale per le coorti 1997, 1998 e 1999 è infatti intorno al 69 per cento per tre dosi di vaccino: non è stato quindi raggiunto l’obiettivo (dal 70 per cento in su) prefissato dal Piano nazionale della prevenzione vaccinale. Il rapporto testimonia inoltre una grande disomogeneità nell’accesso al vaccino a livello regionale: dalla «virtuosa» Toscana (nelle tre coorti prese in esame registra una copertura superiore all’80 per cento) ai risultati di Sicilia e Campania, che non superano rispettivamente il 56 e il 62 per cento.

PEDIATRI E MEDICI DI BASE - «In occasione della Settimana Europea - conclude Merzagora - O.N.Da ribadisce il suo impegno sul fronte della sensibilizzazione e informazione sul tema dell’Hpv. Per questo abbiamo coordinato il Progetto europeo Aurora, che coinvolge dieci Paesi (Lettonia, Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca, Cipro, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Polonia, Grecia), oltre all’Italia, con l’obiettivo di individuare una strategia comune, volta a promuovere lo screening del tumore del collo dell’utero nei nuovi Stati membri dell’Unione Europea, nelle donne in età riproduttiva (30-69 anni), con particolare attenzione ai gruppi di popolazione più difficili da raggiungere». Per diffondere maggiormente il vaccino sarebbe fondamentale, secondo Walter Ricciardi, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica del Policlinico Gemelli di Roma, «la promozione e l’implementazione di programmi informativi per la sensibilizzazione delle ragazze e, soprattutto, dei genitori. Strategico, in tal senso, è anche il ruolo svolto da tutti gli operatori sanitari coinvolti (pediatri, medici di medicina generale, ginecologi, operatori dei centri vaccinali), che rappresentano gli interlocutori diretti con l’utenza interessata».

PAP TEST E TEST HPV: CHI DEVE FARE COSA - Oltre al vaccino proposto gratuitamente alle ragazzine 12enni, tutte le donne possono però fare molto per giocare d’anticipo contro questa forma di cancro. Basta sottoporsi regolarmente a Pap test o al test Hpv (che va alla ricerca del Papillomavirus, responsabile di condilomi e verruche genitali benigne, ma anche di lesioni che possono evolvere in un carcinoma della cervice): entrambi si eseguono facilmente, con un semplice e indolore prelievo di cellule dal collo dell’utero. In base agli studi più recenti, secondo gli esperti è raccomandabile che le donne dai 30 anni in su facciano il test Hpv ogni cinque anni. Mentre nelle ragazze sotto i 30 resta consigliato il Pap test una volta ogni tre anni, utilizzando l’esame Hpv e altri approfondimenti (colposcopia) solo se l’esito del Pap test è positivo.