In search of general theories

SE IL MEDICO È CREDENTE, BEN VENGA... MA FACCIA ATTENZIONE!

25.05.2013 19:18

 

La dicotomia morale del medico.  

 

Ogni scienza viene studiata con metodi e tecniche diverse.  Secondo Bridgman, un evento si identifica addirittura con l’operazione stessa con cui lo si misura.  Ad esempio, l’aumento di temperatura corporea è identificato con la salita della colonnina di mercurio del termometro; la polmonite da me auscultata si riduce alle differenze di tono ed intensità delle onde sonore che arrivano al mio orecchio attraverso l’amplificazione del fonendoscopio.

Le singole scienze si occupano di grandezze molto diverse tra loro, sia spaziali (l’astronomia si occupa di grandezze siderali, l’anatomia patologica di dimensioni tissutali e le nanotecnologie di grandezze infinitesimali) che temporali (la chimica si occupa di eventi che avvengono in pochi millisecondi, la paleoantropologia di eventi che avvengono nel corso di ere geologiche).  Un microscopio non consente di vedere una galassia, mentre l’evoluzione di Homo non si misura coi cambiamenti del DNA che avvengono tra mio nonno e me. 

Perciò, nonostante le precisazioni del par. 1.9.1, e nonostante i tentativi di riduzionismo ed unificazione di tutte le scienze in una sola (la fisica è spesso considerata la regina), esse sono incomparabili tra loro, con buona pace di tutti i critici, e l’auspicato metalinguaggio, capace di unire tutti i metodi e le tecniche in una lingua che possa essere capita da tutti i non specialisti, non esiste (almeno per ora).  Secondo Mach, lo stesso fenomeno (ad esempio la percezione visiva), appare completamente diverso agli occhi del fisiologo o dello studioso di psicologia, i quali utilizzano metodiche differenti per investigarlo[1].  Lo stesso discorso di incomparabilità (l’incommensurabilità di cui si parlava nel par. 1.9.1) vale per le cosiddette pseudoscienze (quali l’astronomia, il marxismo, l’ufologia, la metafisica, la religione, etc.): esse non sono confrontabili né tra loro , né con le scienze empiriche, poiché vengono “analizzate” con metodi differenti, quali la fede, la credulità, l’osservazione delle stelle, etc. 

Il medico, come al solito, si trova al confine: stavolta al confine tra il meccanicismo richiesto dalla sua professione e le possibilità disparate (ad esempio religiosità, magia, stregoneria) che possono far parte della sua vita privata ed emotiva.  Non c’è però contraddizione nel praticare le due attività simultaneamente, visto che i due campi non sono comparabili.  A meno che le due concezioni non interferiscano tra di loro (e non devono farlo, almeno quando il medico esercita il suo ruolo di scienziato empirista), esse possono convivere senza alcun problema nella stessa persona.  Quindi, se il medico è molto credente, ben venga, ma attenzione che la sua fede non interferisca col meccanicismo intrinseco alla sua professione.  Non saranno mai Dio o Padre Pio a guarire un paziente da una malattia grave (quindi non influenzata dall’effetto placebo), bensì una buona pratica medica. 

 



[1] Mach E, Contributions to the analysis of sensations,, The Open court Publishing Co, Chicago, 1897, translated by Williams CM from: Beitrage zur analyse der Empfindungen, Jena, G. Fisher, 1886