In search of general theories

LE DIAGNOSI MEDICHE EFFETTUATE MEDIANTE LA LOGICA

25.05.2013 19:20

 

 

La logica, che è alla base della spiegazione in moltissime teorie filosofiche, è stata introdotta nella scienza, e quindi anche nella medicina, in seguito alla pubblicazione dei “Principia Mathematica” attorno al 1910[1].  Nella prima metà nel Novecento, l’influente movimento neoempirista[2], sulla scorta del “Tractatus Philosophicus” del primo Wittgenstein, ha esplicitamente inserito la logica nella spiegazione e nella valutazione dei fenomeni scientifici.  Tale metodologia è stata duramente contestata dai filosofi successivi (ed anche dallo stesso Wittgenstein[3]), i quali hanno sottolineato come la logica abbia dei limiti notevoli che le impediscono di giungere a conclusioni non erronee in ambito scientifico. 

Il metodo empirico galileiano esclude la logica dal percorso scientifico.  Anche un medico-filosofo acuto esprime le sue perplessità: “Non mi è chiaro come il metodo logico-deduttivo possa essere sufficiente per fare diagnosi.  A me pare che bisognerebbe avere certezza di implicazioni del tipo "sintomi S-->malattia M", ma implicazioni di questo tipo molto raramente sono delle relazioni di conseguenza logica.  Quando lo sono, lo sono nel quadro di una teoria.  Quando non lo sono, il problema di quale sia il loro significato preciso e il problema di come ci si arrivi richiedono di andare oltre l'aspetto logico-deduttivo”[4]

Eppure, nonostante queste critiche fondate, bisogna sottolineare che, volente o nolente, consciamente o meno, il diagnosta utilizza il metodo logico in una gran parte delle sue diagnosi e dei suoi comportamenti terapeutici.  Ad esempio, un pediatra che svezza un bambino è davanti al problema di quando effettuarlo e con quali alimenti.  Un ragionamento standard da parte del pediatra è il seguente: la letteratura cambia continuamente, modificando sia il tempo in cui effettuare lo svezzamento (4 o 6 mesi?) sia gli alimenti con cui effettuarlo (tutti gli alimenti assieme subito, o uno alla volta? Parmigiano sì, come si è sempre fatto, o parmigiano no, come si sostiene recentemente, in quanto causerebbe obesità in futuro?).  Bah, poco mi interessa, pensa il pediatra tipico: i metodi sono cambiati nel corso degli anni, e i bambini, grazie al cielo, continuano a restare in vita, indipendentemente dal tipo di pasto propinatigli.  Quindi, in una chiave puramente logica, se i bambini da migliaia di anni continuano a crescere indipendentemente dalle schifezze che ingollano, allora un tipo di svezzamento equivale ad un altro, e io pediatra mi comporto come più mi aggrada!

Il metodo logico, per quanto aborrito dalla scienza ufficiale e dall’EBM, è il motore dei nostri ragionamenti, soprattutto quando i dati scientifici non sono in grado di dare risposte certe e si entra in quella che io definisco “la zona grigia” della medicina, al confine tra il conosciuto e l’incerto.  Quindi, anche se per certi versi il metodo logico dal punto di vista galileiano è solo una pseudo-scienza, cioè fondato su considerazioni non empiriche, in realtà è utilissimo.  Esso, nonostante le critiche, è in ogni caso basato su un ragionamento deduttivo, e pertanto, a mio parere, di certo superiore ai metodi “metafisici” quali il colpo d’occhio, o l’omeopatia, o la brochure coloratissima che ci mostra l’informatore scientifico! 

 

 



[1] di Russell e (del sottovalutato) Whitehead

[2] di Carnap, Hempel e vari altri

[3] Wittgenstein, Philosophical Investigations -1953

[4] Professor Giaretta, nel forum di questo  sito