In search of general theories

IL MEDICO-STREGONE

25.05.2013 19:20

 

 

Facciamo un’ipotesi inverosimile: stamattina si presenta al mio studio di pediatra di base il genitore di un assistito di 13 mesi, affetto da bronchiolite un mese fa.  Il genitore estrae dal taschino la ricetta di un famoso luminare che ha consultato privatamente avantieri, e mi chiede di prescrivergli i medicinali rimborsabili dal SSN vergati sul foglio in bella grafia blu.  Sulla ricetta è scritto di somministrare, evidentemente a fini profilattici, il montelukast ed il chetotifene per un lungo periodo.  Rifiuto la prescrizione e vengo inevitabilmente assalito in maniera verbale.  Il paziente mi ricuserà e andrà in giro a dire che sono un cretino poco professionale. 

Montelukast e chetotifene nella profilassi della bronchiolite: è chiaro che tale pratica sciamanica non è documentata né consigliata da alcuno studio, se non da alcuni lavori marginali.  È come la storia della nebicina per via aereosolica nei bambini con infezioni delle alte vie respiratorie ricorrenti.  Ma non è questo il punto.  Il problema che si pone è più generico.  Un personaggio famoso, la cui influenza sui genitori è nettamente superiore a quella di un pediatra di libera scelta, si perita di somministrare medicinali al di fuori di qualunque schema prestabilito e consolidato in letteratura.  Domenico Vecchioni (nell’intrigante libro “Tiranni e dittatori”, 2010), sostiene implicitamente la tesi che qualunque uomo, arrivato ad un livello elevato di potere, perda il contatto con la realtà ed inizi ad essere affetto da delirio di onnipotenza.  Si tratta, secondo me, di una caratteristica insita nell’essere umano, capace anche di spiegare perché i politici ad un certo livello non si curino più della gente comune, ma vivano in un loro mondo autoreferenziale.  L’uomo potente pensa sul serio di avere ragione e nulla può scalfire la sua sicurezza di essere nel giusto.  I più grandi assassini di massa della storia sono morti sereni, nella convinzione di aver fatto del bene.  In base a questo ragionamento, ritengo normale che il nostro ipotetico luminare sia persuaso in scienza e coscienza, dall’alto della sua esperienza auto-indotta e theory-laden, che una terapia da lui immaginata (con creatività, gli va concesso!) sia la Verità e che tutti i fortunati bambini visitati dalle sue mani preziose ne debbano usufruire.  Non ritengo però normale che non vi sia un controllo su questi individui.  Finché un pittore si convince di essere il più grande artista del mondo e si comporta di conseguenza, poco male per il resto del mondo.  Ma quando un (sempre ipotetico!) influente professionista medico, dotato di un grande ascendente sull’ignaro malato, prescrive in modo incontrollato dei medicinali impropri, sfruttando la sua posizione di dominanza psicologica e politica, allora qualcuno dovrebbe fermarlo.  Chi controlla le terapie somministrate dai medici, a parte i rigidi legacci sulla spesa sanitaria? Qual è il grado di libertà concedibile all’immaginazione del medico, quando egli prescrive una terapia? Egli deve attenersi all’EBM, o vi possono essere delle deroghe?  L’appropriatezza prescrittiva si deve basare su criteri economici, o sull’aspettativa del paziente, o sull’EBM? 

A parte, poi, andrebbe considerato il comportamento dei pazienti.  Nonostante l’evoluzione culturale della nostra specie avvenuta negli ultimi 200.000 anni, l’avvento di una cultura di massa e la prepotente influenza di Facebook/Twitter, la psicologia umana ed il senso comune sono rimasti inalterati rispetto ai nostri antenati cacciatori/raccoglitori: crediamo agli UFO, guardiamo Voyager e Beautiful, ed il villico si affida ciecamente allo sciamano.