In search of general theories

DI COME L’ULTIMO STUDIO RIGUARDO I CORTICOSTEROIDI INALATORI CHE DIMINUISCONO L’ALTEZZA DA ADULTO DEL BAMBINO ASMATICO POSSA ESSERE INTERPRETATO A SECONDA DELLE PROPRIE IDEE PRECONCETTE (DELLA SERIE: È TUTTO COSÌ THEORY-LADEN!)

05.03.2014 15:49

 

 

 

Ci hanno insegnato da sempre che l’uso dei corticosteroidi inalatori in bambini affetti da asma persistente causa una riduzione temporanea della velocità di crescita in età pre-puberale nel periodo fra gli uno ed i 4 anni dall’inizio della terapia, ma che l’altezza finale da adulti non è compromessa.  Quest’assioma mostra oggi delle crepe.  Un influente lavoro doppio cieco contro placebo pubblicato nel 2012[1] ha dimostrato che i soggetti 25enni (soprattutto femmine) con asma lieve-moderato, i quali in età pediatrica hanno assunto budesonide ad alte dosi per lunghi periodi, hanno un’altezza media inferiore di 1,2 centimetri (P=0.001, 95% intervallo di confidenza, da -1.9 a -0.5) rispetto ai controlli.  Lo studio conclude che l’iniziale riduzione della velocità di crescita in età pre-puberale si mantiene anche nell’età adulta, con un effetto dose-dipendente.

Questo studio si presta ad interessanti riflessioni generali.  I pediatri si dividono in categorie: maschi e femmine, over ed under 50, chi ha gli occhiali e chi no…  e soprattutto in:

1) chi usa i corticosteroidi inalatori come terapia principale per il controllo dell’asma;

2) chi non sopporta i corticosteroidi inalatori e preferisce terapie alternative. 

Ebbene, le conclusioni di questo studio non faranno cambiare a nessuno la propria opinione.  I sostenitori dei cortisonici inalatori continueranno a ritenere che questa classe di farmaci è nettamente superiore nel controllo dei sintomi dell’asma.  D’altro canto anche se questo studio venisse confermato da altre osservazioni (cosa difficile, è raro che uno studio clinico di questo tipo venga replicato da altri ricercatori, a che pro poi?), la perdita di un solo centimetro di altezza sarebbe comunque irrilevante nella decisione di utilizzare o meno questi farmaci.  Meglio un centimetro in meno, che il polmone “rimodellato”!

Al contrario, i detrattori dei corticosteroidi inalatori, deliziati dai risultati di questo studio, sosterranno che loro l’avevano sempre detto, e che non è giusto far perdere centimetri ai pazienti asmatici quando si dispone di alternative terapeutiche.  Secondo loro, le dosi di corticosteroidi inalatori andrebbero almeno ridotte, quando è possibile. 

Morale della favola: anche se compare in letteratura un dato nuovo ed apparentemente oggettivo, ognuno manterrà comunque la sua posizione iniziale.  E, si badi bene, tale posizione iniziale non è basata su assunti scientifici, bensì sulle convinzioni soggettive di ciascuno.  Anche una buona scienza non fornisce in realtà indicazioni su come comportarsi in pratica, ma serve soprattutto a confermare (o confutare, per dirla alla Popper) le opinioni già acquisite. 

Un esempio.  Stavolta in campo economico.  L’economista keynesiano Gallino esamina in un suo bel libro le tabelle pubblicate nel 2009 dalla Banca mondiale riguardo la disuguaglianza globale[2].  Secondo Gallino, le disuguaglianze socio-economiche sarebbero aumentate rispetto ad una vecchia serie di dati del 1988.  Lo stesso Gallino ammette però che un negazionista delle disuguaglianze globali (un neo-liberista) potrebbe anche sostenere, leggendo gli stessi dati ed applicando criteri di valutazione differenti, che le disuguaglianze sarebbero diminuite.  Stiamo parlando delle stesse tabelle! Uno ci legge che il mondo è bianco, un altro che il mondo è nero!

 



[1] Kelly HW; Sternberg AL; Lescher R; Fuhlbrigge AL; Williams P; Zeiger RS; Raissy HH; Van Natta ML; Tonascia J; Strunk RC.  Effect of inhaled glucocorticoids in childhood on adult height.  N Engl J Med; 367(10):904-12 -2012

[2] Gallino L, la lotta di classe dopo la lotta di classe, Editori Laterza, p. 107, -2012